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Nasce una nuova associazione di docenti per lottare contro l’obbligo delle mascherine nelle scuole

Oltre 40’000 franchi donati da circa 500 persone in circa due settimane: la nuova Rete di Insegnanti Svizzera è sorpresa da così tanto sostegno. Vuole agire contro le mascherine obbligatorie nelle scuole elementari di tutta la Svizzera.

Kari Kälin, 17 settembre 2021

Bambini che indossano mascherine protettive in classe: immagini non gradite dalla Rete di insegnanti Svizzera Foto: Keystone


La storia è iniziata con un appello Whatsapp di due docenti del Canton Argovia. Jérôme Schwyzer, insegnante di scuola secondaria a Lenzburg, e Christof Wittwer, insegnante di scuola primaria a Staffelbach, protestano contro l’obbligo di indossare le mascherine, in vigore nel Canton Argovia dall’inizio di settembre a partire dal 5° anno di scuola primaria. Hanno lanciato un appello a conoscenti chiedendo loro sostegno per presentare una denuncia contro la decisione del governo argoviese. I due insegnanti sono rimasti sorpresi dalla crescita esponenziale del numero di donatori: in poco più di due settimane, circa 500 persone si sono fatte avanti per contribuire con più di 40’000 franchi.

«Il bisogno tra i genitori e gli alunni dev’essere davvero grande», conclude Schwyzer in seguito alla grande risposta al suo appello. Dopo l’inaspettato successo delle donazioni è stato subito chiaro, per lui e Wittwer, che non avrebbero potuto gestire privatamente le attività contro l’obbligo delle mascherine, motivo per cui il 9 settembre hanno fondato a Suhr la Rete di Insegnanti Svizzera.


La causa in Argovia è in corso

L'associazione si considera la voce di quegli insegnanti e genitori che sono critici nei confronti delle misure Covid nelle scuole. Una causa contro l’obbligo della mascherina nel Cantone di Argovia è già stata avviata e sarà depositata a breve. «Se necessario, per la nostra causa andremo fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo», dice Schwyzer.

Ma l’associazione sta pensando di far sparire le mascherine dal viso degli alunni per decisione del tribunale anche in altri cantoni. Secondo un elenco aggiornato stilato dalla Conferenza dei direttori cantonali dell’educazione, le mascherine sono obbligatorie nei Cantoni di Argovia e Lucerna a partire dalla quinta elementare, nei Cantoni di San Gallo, Sciaffusa, Ticino, Turgovia e Vaud a partire dalla scuola secondaria, e nei Cantoni di Berna, Soletta e Neuchâtel nei licei e nelle scuole professionali. Nel Cantone del Vallese, i giovani delle scuole superiori con un certificato Covid sono esentati dall’obbligo della mascherina.

La Rete di insegnanti Svizzera coordina l’opposizione contro l’obbligo della mascherina e, secondo un comunicato stampa, sta organizzando «lettere di protesta alle direzioni scolastiche e ai dipartimenti dell'educazione in tutta la Svizzera». Solo nel distretto di Muri, 30 insegnanti si sono rivolti in tal senso al direttore dell'educazione argoviese Alex Hürzeler. In una lettera firmata da 18 insegnanti, si dice, tra le altre cose:


«Abbiamo il sospetto che i bambini siano ora le pedine per dare una sorta di segnale da parte del governo con misure rapide».

Segnalazioni di mal di testa

Schwyzer, membro dell’UDC Suhr e padre di due bambini in terza e quinta elementare, dice che non minimizza la Covid-19. È certamente una malattia pericolosa, soprattutto per le persone dei gruppi a rischio. Ma nella stragrande maggioranza dei casi i bambini hanno decorsi lievi. «Il possibile beneficio delle mascherine obbligatorie è sproporzionato al danno che causano». Le mascherine obbligatorie sono una massiccia invasione della libertà fisica, le madri segnalano mal di testa e la comunicazione non verbale ne risente.


«I bambini non dovrebbero essere percepiti come un pericolo e come propagatori di virus».

Schwyzer vede anche un altro grande problema, che riguarda i bambini dispensati dalla mascherina. Conosce molti casi in cui tali alunni vengono esclusi e spesso devono lavorare da soli in un angolo. Questi bambini sono trattati come lebbrosi. Questo è bullismo autorizzato dallo Stato, ha continuato Schwyzer. «I bambini dovrebbero essere percepiti nel loro ambiente soprattutto come una gioia e una benedizione e non come propagatori di virus o come un pericolo». Cosa questo susciti nei bambini è un’ipotesi che chiunque può immaginare, continua Schwyzer. L’associazione rifiuta anche la messa in quarantena di bambini sani e di intere classi scolastiche, poiché con questa misura innecessaria molti bambini sarebbero esposti a una grande pressione psicologica. Secondo una ricerca del quotidiano online «Watson», almeno 7350 bambini sono attualmente in quarantena.

La Rete di insegnanti Svizzera vuole intraprendere un’azione legale anche a nome dei genitori che si adoperano contro le misure - e degli insegnanti che potrebbero finire nei guai a causa delle critiche alla gestione Covid-19 nelle scuole. Secondo Schwyzer, «molti insegnanti hanno paura di esprimere liberamente le loro opinioni. Questo è estremamente preoccupante e velenoso per una democrazia che si basa sulla diversità delle opinioni».


Presidente degli insegnanti: la situazione epidemiologica è determinante

Dagmar Rösler, presidente dell’Associazione svizzera degli insegnanti (LCH), considera perfettamente ragionevole reintrodurre le mascherine almeno per un periodo limitato, soprattutto a livello di scuola superiore, per esempio se la situazione in una scuola peggiora.

Fondamentalmente, gli esperti dovrebbero decidere quando esattamente è opportuno rendere le mascherine obbligatorie nelle scuole e quando no. «Inoltre, la situazione epidemiologica dovrebbe essere il ‘sensore’ per misure più o meno severe. È ovvio che è molto più piacevole, sia per gli insegnanti che per gli alunni, vivere la vita scolastica quotidiana senza mascherine».


Un’altra associazione sostiene le mascherine in tutte le fasce d’età

Una cosa è certa: Il coronavirus non è attualmente più dilagante in nessun’altra fascia d’età che nei bambini di 10-19 anni e 0-9 anni. Ci sono anche genitori che si preoccupano della salute dei loro figli sottolineando il rischio di Long Covid. L’associazione Bildung Aber Sicher (Educazione ma sicura) chiede quindi le mascherine per tutte le fasce d’età o la soppressione dell’insegnamento presenziale in caso di incidenze elevate, oltre ad altre misure di protezione. L’associazione si definisce portavoce di quei genitori, nonni, insegnanti e bambini «che non vogliono essere infettati dal coronavirus». Alcuni di loro appartengono al gruppo di rischio. Finché i bambini partecipano all’insegnamento in classe, non possono proteggersi.

La gestione del requisito della mascherina sta causando controversie anche negli ambienti scientifici. Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni e capo del dipartimento di malattie infettive e igiene ospedaliera all’ospedale pediatrico di Zurigo, ha ripetutamente espresso scetticismo su questa misura. A proposito delle misure scolastiche della quarta ondata, la Società Svizzera di Pediatria ha dichiarato martedì scorso: «Le mascherine obbligatorie vanno messe in discussione soprattutto nella scuola primaria. Esistono tuttavia indizi che nell’ambiente scolastico sono associate a un numero moderatamente inferiore di trasmissioni. Peraltro, è improbabile che abbiano un impatto rilevante sul corso generale della pandemia».

Isabella Eckerle, virologa presso l’ospedale universitario di Ginevra, raccomanda invece di indossare le mascherine in classe. In un’intervista al «Tages-Anzeiger», mette in guardia dalle conseguenze a lungo termine nei bambini, come il long Covid, e forse altre complicazioni che ancora non conosciamo».


Traduzione a cura di GenitorInformaTi

Fonte: Argauer Zeitung

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