2021: è ora di una retrospezione critica e, soprattutto, di una visione positiva!
di Kati Schepis, diploma federale di farmacista ETH, 3 gennaio 2022 - (vedi testo originale)
Traduzione a cura di GenitorInformaTi
l «2° anno coronavirus» 2021 è giunto al termine e probabilmente non lo rimpiangeremo. È stato un periodo estenuante e stressante per tutti noi. Era difficile pianificare qualsiasi cosa. Molti sono stati colpiti duramente dalle misure dal profilo economico, alcuni addirittura in un modo tale da minacciarne l’esistenza. Per molti, questa situazione ha diviso amicizie e famiglie. Da mesi le cliniche psichiatriche sono sovraccariche in modo inquietante, mentre i letti d’ospedale sono attualmente occupati solo al 69,5% e i letti di terapia intensiva al 78,6%. L’ospedale pediatrico di Zurigo ha registrato un forte aumento dei tentativi di suicidio: questo è molto triste e fa riflettere [1] [2].
Da quasi due anni siamo in una situazione di crisi sanitaria straordinaria a causa di un «pericoloso virus delle vie respiratorie». Almeno questo è quello che ci viene detto ogni giorno. Tuttavia, anziché essere mentalmente strutturati dal governo e dai media in questa «crisi» senza precedenti e ricevere consigli su come superare questo momento difficile per quanto possibile illesi fisicamente e psicologicamente, ogni giorno siamo oppressi da storie di orrore. Anche la task force, nelle sue innumerevoli conferenze stampa, sembra diffondere soprattutto paura e terrore attraverso gli schermi, anche se nessuno degli scenari minacciosi che sono stati delineati si è mai avverato. Le profezie erano lontane dalla realtà quasi a livello astronomico.

«La definizione di follia è continuare a fare la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi».
Nel maggio 2021, una denuncia penale è stata presentata contro la task force per «aver allarmato l’opinione pubblica»[3], ma per la procura di Berna la fattispecie legale non era soddisfatta e la denuncia non è andata a buon fine.
Il ruolo della task force, le sue azioni, il mandato dei suoi membri e il suo funzionamento sollevano diverse questioni. Per esempio, una ricerca ha rivelato che, almeno fino ad ora, non sono disponibili verbali delle riunioni, il che rende completamente impossibile valutare o ricostruire le decisioni prese. Anche la trasparenza riguardo alla dichiarazione dei conflitti d’interesse dei membri appare discutibile. [4]
Da quasi due anni ci viene detto a intervalli regolari che si prevede che il sistema sanitario svizzero sarà sovraccarico a causa del SARS-CoV2 e delle sue «varianti». Uno sguardo al «National trends graph» sull’occupazione dei letti di terapia intensiva svizzera riportato sul sito www.icumonitoring.ch mostra che l’occupazione dei letti non ha mai raggiunto un livello preoccupante dalla primavera 2020, benché i letti siano stati ridotti anziché aumentati.
I media mainstream non hanno mai messo in discussione le modalità poste in atto. Un video trapelato di recente rivela ora come il CEO Marc Walder abbia costretto tutte le redazioni dei media Ringier in tutto il mondo a seguire la rotta governativa. [5]
Attualmente, la variante Omicron sta alimentando i timori di un imminente sovraccarico degli ospedali. Alla conferenza stampa del 28 dicembre 2021, è stato dichiarato che la gravità dei decorsi con Omicron sarebbe stata grosso modo tra la «variante di inizio 2020» e la Delta. [6]
Un recente studio dal Sudafrica mostra che l’infezione da Omicron è in realtà associata a un rischio di ospedalizzazione ridotto dell’80% rispetto a Delta. [7] Gli infettivologi sudafricani confermano che l’«onda Omicron» si è placata rapidamente con un numero significativamente più basso di ricoveri e di morti rispetto alle ondate precedenti. Finora Omicron è la «variante più mite». [8]
Ma la task force è a conoscenza di questi fatti?
Dati recenti provenienti dall’Inghilterra mostrano che due terzi delle persone «ospedalizzate per COVID» affette da Omicron sono state ricoverate per altri motivi e non per un’infezione respiratoria da SARS-CoV2: sono semplicemente risultate positive al momento in cui sono state ammesse in ospedale. [9]
Questo probabilmente non è vero solo per Omicron. Il fatto che nel «Grafico delle tendenze nazionali» le curve dei «Pazienti in terapia intensiva non-Covid» e dei «Pazienti in terapia intensiva COVID» siano esattamente opposte - un asse orizzontale speculare potrebbe essere posto al centro - e che il numero totale dei pazienti in terapia intensiva rimanga sostanzialmente invariato, indica che i criteri di notifica dell’UFSP sono formalmente attuati correttamente e che anche in Svizzera tutti coloro che presentano un test PCR positivo vengono registrati come «ricoverati COVID», indipendentemente dalla causa del loro ricovero. [10]
Questa ipotesi è supportata dall’osservazione che nei fine settimana sembrano esserci significativamente meno «pazienti COVID» nelle unità di terapia intensiva. [11]
Secondo il rapporto sulla situazione attuale dell’UFSP per il periodo 13.12.-19.12.2021, 788 persone sono state ricoverate «in relazione a un’infezione SARS-CoV2 confermata in laboratorio» nella settimana 49 e 626 nella settimana 50. I sintomi delle persone ricoverate in relazione a un test RT-PCR positivo sono stati resi noti in modo aggregato solo dalla settimana 24/2020: circa il 5% degli adulti ospedalizzati non presenta alcun sintomo; circa il 10% soffre di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), circa il 40% soffre di polmonite, circa il 40% ha difficoltà respiratorie, circa il 60% tossisce, poco più del 50% ha febbre.
Secondo il rapporto sulla situazione attuale dell’UFSP, nella settimana 50 presso il Centro Nazionale di Riferimento per l’Influenza, su 94 campioni di pazienti con «sospetto COVID», il SARS-CoV2 è stato rilevato solo in 25 campioni. Ciò significa che nessun virus SARS-CoV2 è stato rilevato in 69 campioni su 94 (73,4%) nonostante il «sospetto COVID» iniziale. Sulla base di queste cifre, si può supporre che le infezioni respiratorie siano in gran parte causate da altri patogeni, che probabilmente non vengono testati negli ospedali dopo un (falso) test PCR positivo del SARS-CoV2.
Nel frattempo, che dire dell’affermazione secondo cui i «vaccinati» sono in testa ai «ricoveri»? Mentre alla fine di agosto si parlava sincronicamente in tutto il mondo, Svizzera compresa, della «pandemia dei non vaccinati», le cose sembrano essersi un po' calmate a questo proposito. Forse sarebbe difficile motivare a un «richiamo» le persone «doppiamente vaccinate» se ufficialmente sono state ricoverate soprattutto persone «non vaccinate»? Di recente, l’emittente zurighese TeleZüri ha creato una gran confusione sullo stato vaccinale dei pazienti ricoverati nelle unità di terapia intensiva. La trasmissione ha concluso: non sono i due terzi dei pazienti in terapia intensiva ad essere «non vaccinati». [12]
In Svizzera, non sembra esserci una richiesta di registrazione affidabile dello stato di vaccinazione, né da parte delle autorità né da parte della professione medica. Dalla fine di ottobre, i «malati in seguito al vaccino» sono stati registrati solo per i ricoverati e i morti. [13]
Questo sistema solleva domande: a quanto pare, quando si documenta lo stato di vaccinazione delle persone ricoverate, ci si affida in gran parte alle dichiarazioni dei pazienti e non le si controlla ulteriormente, anche se un «certificato COVID» con lo stato attuale potrebbe probabilmente essere semplicemente recuperato sul telefono cellulare. [14]
Cosa mostrano le cifre degli altri Paesi?
Le cifre dell’Ontario mostrano che dall’inizio di dicembre 2021 sono soprattutto le persone «vaccinate» ad essere infettate. [15]
Allo stesso modo, un recente studio dalle Isole Faroe mostra che in occasione di un evento privato all'inizio di dicembre 2021, 21 dei 33 partecipanti, tutti operatori sanitari, hanno contratto la variante Omicron e si sono ammalati con sintomi: le 21 persone che si sono ammalate erano state vaccinate tre volte. [16]
Un rapporto della Public Health Scotland pubblicato il 22 dicembre 2021 mostra che tra il 20 novembre e il 17 dicembre i pazienti «non vaccinati» hanno rappresentato solo il 27% dei ricoveri ospedalieri COVID, mentre i pazienti «vaccinati» il 73%.
Il rapporto conferma che tra il 13 novembre e il 10 dicembre, ci sono stati 63 morti di COVID tra i «non vaccinati», 13 morti tra i «parzialmente vaccinati», 251 morti tra i «doppiamente vaccinati» e 35 morti tra i «triplamente vaccinati».
Ciò significa che tra il 13 novembre e il 10 dicembre soltanto il 17% dei morti erano tra i «non vaccinati», mentre l'83% tra i «vaccinati». [17]
In una lettera aperta, fondata e scientificamente sostenuta, inviata ai presidenti del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati il 24 dicembre 2021, un comitato di giuristi denuncia il fatto che le cifre dei ricoveri e dei decessi per l’anno 2021 rientrano nella norma e che nessun fattore fa pensare a un evento epidemico o pandemico di portata rilevante. L’introduzione dell’obbligo del certificato 2G (vaccinati + guariti) e la relativa esclusione delle persone sane da ampie parti della vita pubblica, e anche privata, è ritenuta incostituzionale. Gli avvocati invitano i destinatari a ripristinare immediatamente lo stato costituzionale delle cose. La lettera è stata firmata da oltre 150 giuristi*. [18]
Il 6 dicembre 2021, è stata presentata una denuncia alla Corte penale internazionale dell’Aia a nome del popolo britannico per «crimini contro l’umanità» contro vari individui di alto rango in relazione alle «misure Corona» sproporzionate. Tra le altre cose, la denuncia afferma che il governo e i media hanno dimostrato di aver mentito al pubblico. [19]
Anche in Svizzera, a posteriori, ci sono stati costantemente presentati fatti falsi e su di essi sono state imposte misure sempre più restrittive. Dove sono i fact checkers che amano correggere i «falsi rapporti»? I fatti sono «messi a posto» solo quando non rientrano nel concetto dei loro finanziatori?
Cosa ci aspetta nel 2022? Dobbiamo aspettarci nuove chiusure o «chiusure parziali», anche se è stato provato da tempo in modo fondato che queste non portano nulla ma causano danni enormi e che la Svezia è in una posizione molto migliore della grande maggioranza dei Paesi europei? [20]
In ogni caso, la task force sta già minacciando di chiudere i ristoranti e tutti i luoghi in cui le mascherine non possono essere indossate al chiuso. A proposito di mascherine: perché noi e, dopo le vacanze, tutti i nostri bambini dall’età dell’asilo in poi devono indossare mascherine, anche se gli studi dimostrano ormai chiaramente che non apportano benefici ma danni? [21]
Come disse una volta Einstein: la definizione di follia è fare la stessa cosa più e più volte e aspettarsi risultati diversi. La follia è probabilmente anche quando la gente smette di porsi domande e sopporta tutto ciecamente.
Possa il 2022 essere un anno di apertura a nuove intuizioni, un anno di interrogazione costruttiva, un anno di discorso aperto e un anno di cooperazione pacifica per un ritorno all’azione razionale e un futuro umano degno di essere vissuto per noi e i nostri figli!
*Il 10 gennaio 2022 le firme sono ormai 300 (nota di GenitorInformaTI)
[4] https://www.re-check.ch/wordpress/en/science-pandemic-task-force/
[10] https://www.dieostschweiz.ch/artikel/ein-bild-sagt-mehr-als-tausend-worte-mmxEvLA [11] https://www.infosperber.ch/gesundheit/public-health/warum-nur-halb-so-viele-covid-19-patienten-an-wochenenden/
[12] https://weltwoche.ch/daily/heilandsack-heute-ist-es-sehr-kompliziert/
[15] https://mobile.twitter.com/SHomburg/status/1474291873401524249?s=20
[16] https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.22.21268021v1.full-text
[17] https://dailyexpose.uk/2021/12/22/triple-vaccinated-still-dying-of-covid/
[18] https://juristen-komitee.ch/declaration-2g/